Cari alberelli, appuntamento di gennaio con Naturali Dettagli, "rubrica" dedicata alla flora della Toscana.
Il nostro mini tour parte con l'Agrifoglio, tipica pianta invernale con le cui bacche, da bambina, ero solita giocare per ore, completamente ignara del fatto che fossero tossiche... ad ogni modo è andata bene, visto che son qui a raccontarlo. Benché diffusa in molte zone d'Italia, pare che attualmente non cresca facilmente in natura (e nemmeno altrove... visti i miei frustrati tentativi di farla attecchire). In tempi remoti simboleggiava la buona sorte e le veniva attribuita la capacità magica di proteggere dal male; elementi poi adottati dalla cultura cristiana «durante il periodo natalizio: la struttura della foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue»¹.
La seconda tappa è occupata da un fiore, quello dell'Elleboro verde, la cui forma mi ricorda l'Anemone, uno dei miei fiori preferiti. Trovo molto particolare e affascinante questa pianta, per la colorazione similare di petali e foglie, e per l'aspetto vagamente esotico di quest'ultime. Nonostante la sua beltà è bene astenersi dal riempirla di coccole e bacini, perché contiene l'elleborina, una sostanza che per l'uomo è tossica e può causare insufficienza cardiaca².
Ho conosciuto l'Acero giapponese/palmato qualche anno fa, in una "versione" bonsai che mio padre curava amorevolmente come il figlio maschio che non ha mai avuto. Originaria di Giappone, Corea e Cina, è coltivata da diversi secoli nel Paese del Sol Levante per il suo fogliame, la cui bellezza accresce nel periodo autunnale, momento in cui, da verde, assume una tonalità rosso accesa, mutamento che lascia in effetti a bocca aperta³.
Vecchia conoscenza del giardino di mia nonna, dove è distribuita in piccoli cespugli, l'Iberide è un arbusto ornamentale sempreverde dalla scorza molto dura: resiste tenacemente al freddo e riesce a fiorire nei mesi invernali, arrivando a sopportare una temperatura inferiore ai 15° sotto lo zero (!). Queste caratteristiche gli hanno fatto guadagnare un accostamento simbolico alle virtù del coraggio e dell'integrità morale⁴.
Un'altra pianta sprezzante dei pericoli portati dall'inverno (nonché dalle malattie e dai parassiti), è il Gelsomino asiatico. Le informazioni su questa birbantella scarseggiano, a differenza di quelle che si possono trovare sul c.d. Falso gelsomino, ma vi posso assicurare che le sue foglie, che mutano dal verde chiaro al bianco, sino ad arrivare al rosso con la fine della bella stagione, offrono uno splendida, anche se minuta, decorazione⁵.
FONTI
Dauncey E., Larsons S. (2018), Piante che uccidono, pag. 124, Ricca Editore, Roma.
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